Baustelle – La moda del lento

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baustelle_-_la_moda_del_lento_-_frontChi: A dieci anni dalla sua uscita torna nei negozi di dischi La moda del lento, secondo LP dei Baustelle dopo il bellissimo “Sussidiario illustrato..”. Un modo per rendere omaggio e ricordare un disco atipico, primo passo verso una maturità artistica oggi sotto gli occhi di tutti.

Cosa: Se il Sussidiario risultava musicalmente accessibile ma con molti spigoli ancora da smussare, La moda del lento tenta di fare molto di più, grazie alle solite melodie orecchiabili arricchite però da scelte stilistiche e musicali quasi ardite e non certo da band giovane e semiesordiente. Album di passaggio, primo passo che distacca i Baustelle dalla loro beata giovinezza per portarli in quell’olimpo cantautorale dove ancora oggi risiedono. Meno tormenti e racconti di giovinezza ormai perduta e molti più riferimenti letterali, tanta varietà, tanto amore, tanto tabagismo spinto. A spiccare è il massiccio lavoro sugli arrangiamenti e sui suoni, una varietà infinita di elettronica e synth, con ottime scelte strumentali e di suono. Lo stile è piacevolmente fresco e vagamente retrò anche se personalmente continuo a preferire l’immediatezza dell’esordio, ma forse è questo il disco di maggior peso nel segnare la svolta artistica dei Baustelle: pur cambiando la cifra stilistica e i suoni l’identità della band risulterà sempre, disco dopo disco, perfettamente riconoscibile. E oggi ne vediamo piacevolmente risplendere i risultati.

Quindi: Album di fondamentale importanza nella carriera dei ragazzi di Montepulciano. Vario, fresco, ottimi arrangiamenti, melodie piacevoli, testi di alto livello, ma un gradino sotto rispetto all’esordio.

Più: Reclame, La moda del lento, La canzone di Alaind Delon
Meno: Cin cin

Voto: 7