Sleepy Hollow – Stagione 1

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Sleepy_Hollow_trailerChi: Produzione Fox creata da un folto team di autori tra i quali spiccano Alex Kurtzman e Roberto Orci, già ideatori e sceneggiatori di Fringe. Come il titolo suggerisce la serie trae ispirazione dall’omonimo racconto di Washington Irving, dal quale è stato tratto a sua volta anche il film di Tim Burton del 1999. Protagonisti sono Tom Mison e Nicole Beharie.

Cosa: Più volte, durante le puntate, mi sono chiesto perché andassi avanti a vedere la serie. Questo perché sin da subito Sleepy Hollow si è dimostrata parente ben lontana del racconto e del film di Tim Burton, nascendo con premesse talmente assurde da far gridare spesso al ridicolo. Sostanzialmente il Crane di questo film è un reduce della guerra d’indipendenza americana, catapultato nel 21esimo secolo e coinvolto in una lotta mistico-esoterica tra bene e male, con l’obiettivo principale di impedire lo scatenarsi dell’apocalisse e della fine del mondo. Gli autori hanno inserito nel plot una quantità praticamente infinità di elementi e complessità, buttandoli tutti insieme nella mischia senza pietà alcuna per lo spettatore. Parti significative della storia americana sono state distorte per renderle funzionali alla trama, folli voli pindarici usati come giustificazione per spiegare la presenza di creature e mostri venuti da chissà dove. Per non parlare di una storia con frequenti buchi narrativi e cadute di stile non indifferenti, colpi di scena letteralmente tirati per i capelli e chi più ne ha più ne metta. Eppure, nonostante questo, ho visto tutti e tredici gli episodi. Credo che i motivi principali inizialmente fossero tre, la perfetta riuscita comica dell’inserimento del protagonista ottocentesco nella vita moderna; il carisma di Tom Mison, interprete sorprendente capace di costruire un personaggio geniale e assolutamente sopra le righe; Nicole Beharie e le sue tette, sempre presenti e mai fuori luogo. Soprattutto nella prima parte la vicenda è andata avanti in maniera molto confusionaria, con sbandate non indifferenti, ma numerosi elementi interessanti e parzialmente ben riusciti. La trama verticale (ogni puntata vedeva la presenza di un mostro diverso da affrontare) è subito passata in secondo piano per lasciare spazio alla storia vera e propria: troppi gli elementi in campo per perdere tempo con storie secondarie inutili. Il riconoscimento che va dato agli autori è di non aver mai tirato indietro la mano, procedendo con forza e ostinazione verso il loro obiettivo, che sino alla fine è apparso poco chiaro e fumoso. Nonostante il prodotto venisse sviluppato in maniera semplice e didascalica, ben lontano da serial di alta qualità, il mio giudizio si è notevolmente modificato dopo l’ultimo episodio. Li i nodi narrativi sono venuti al pettine in maniera quasi perfetta, con una realizzazione molto ben curata e un cliffhanger assolutamente inaspettato, ma capace di ricongiungere in un unico disegno tutte le pedine messe in campo precedentemente. Merito anche del ben riuscito personaggio di un John Noble nell’ennesimo ruolo di alto livello della sua carriera, trasformato con una coerenza quasi impeccabile da comprimario di lusso ad antagonista principale. Solo negli ultimi minuti della prima stagione si è capito quanto lungimirante, benché assurdo, fosse il disegno di Orci e Kurtzman. Visti i 12 episodi precedenti, godibili ma mai eccezionali, non mi sarei mai aspettato una prova di forza di tali proporzioni, che permette di guardare alla prossima stagione con ottimismo e voglia di vedere come tutto andrà realmente a finire. Tecnicamente il prodotto non rappresenta nulla di eccezionale, allineato alle produzioni medie statunitensi: una serie dalle tinte horror sbiadite, con mostri e scenari discretamente realizzati, a volte ben riusciti, altre un po’ meno.

Quindi: Didascalica, confusionaria e con davvero troppi elementi in campo, ma a conti fatti divertente, godibile e con risultati sorprendenti, viste soprattutto le premesse iniziali. Sleepy Hollow si muove sul labile filo che intercorre tra buon prodotto d’intrattenimento e cagata di proporzioni bibliche, ma per ora riesce a stare in piedi con un sorprendente equilibrio.

Più: Godibile e leggero, con 3 protagonisti azzeccati
Meno: Qualitativamente non eccelso e a volte davvero troppo denso di elementi

Voto: 6,5

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