Chi: Prodotta da Sky e ideata da Stefano Sollima è sostanzialmente la seconda trasposizione del romanzo di Giancarlo de Cataldo, quello che racconta – in bilico tra fiction e verità – la storia della Banda della Magliana, organizzazione criminale che tenne sotto scacco Roma per quasi 15 anni.
Cosa: Inutile girarci intorno. Una delle poche serie tv italiane che merita il paragone con gli analoghi prodotti anglofoni. Un gioiello per bellezza e realizzazione, lontano anni luce da tutte le altre fiction del nostro Paese, sia per storia raccontata che per qualità generale e tecnica. Attori ai tempi sconosciuti e una storia che snocciola il romanzo d’origine e trae palese spunto dalla trasposizione cinematografica di Michele Placido, approfondendone esponenzialmente tutti gli elementi caratteristici. Dodici episodi il primo anno, dieci il secondo per un racconto di vita – e criminalità – violento e cattivo, che trabocca di humor nero e italianità, di personaggi tormentati ed efficacemente caratterizzati, di scorci di storia mai del tutto dimenticati. Un documento che prova a raccontare 20 anni del nostro Paese, tracciando teorie e conclusioni significative e parecchio inquietanti. Una storia corale, magistralmente divisa in due tronconi: la prima stagione ci racconta il passato dei membri e l’ascesa inesorabile della Banda nel controllo quasi totale di tutti i traffici illeciti della città sino al vero punto di non ritorno, nonché uno dei massimi punti esclamativi della serie, la morte del Libanese; la seconda stagione alza il tiro e incupisce toni e rapporti tra i protagonisti, raccontando la fine di un’epoca e il decadimento inesorabile dell’organizzazione con un finale che, magistralmente ricollegato alla prima puntata, conclude le vicende della Banda ma ci racconta di un’Italia perennemente in crisi e in progressivo ed inesorabile decadimento.
Quindi: Ad oggi l’apice qualitativo assoluto di tutta la serialità italiana. A confronto ogni altro prodotto analogo Rai e Mediaset è una buffonata di proporzioni epiche. Da vedere assolutamente: chi ha apprezzato la pellicola si godrà una storia che, grazie ai tempi dilatati del medium televisivo, sarà molto più approfondita e meglio costruita; i detrattori avranno modo di analizzare con calma tutti quegli elementi che al cinema non potevano essere mostrati con la dovuta calma.
Più: Attori sconosciuti ma incredibilmente bravi; una vicenda logicamente romanzata ma con molti e importanti elementi della nostra storia; tecnicamente eccelso e con una ricostruzione storica perfettamente curata; dialoghi perfetti e ritmo incalzante;
Meno: Storia violenta che non tutti potrebbero apprezzare
Voto: 8.5